ATTENZIONE! Questo articolo racchiude una serie di informazioni venute fuori dalla mia personale esperienza maturata nel tempo come guida e professionista del settore e come socio fondatore in un sindacato di categoria dove sono stato parte attiva fino al 2021. Questo testo che segue non rappresenta nessuna organizzazione e/o realtà imprenditoriale, professionale e associativa con cui ho collaborato e collaboro tuttora, ma solo la mia personale analisi dello stato dei fatti.
UNA BREVE E SINTETICA CRONISTORIA DELLA PROFESSIONE DI GAE
La figura della Guida Ambientale Escursionistica (GAE) in Italia esiste da circa un trentennio, all’inizio della sua comparsa è stata disciplinata da normative regionali ma non tutte le regioni italiane avevano normato in materia. Le leggi regionali consentivano l’accesso alla professione attraverso corsi di formazione abilitanti oppure tramite bandi di concorso dove, dopo aver dato un esame scritto, orale e pratico, si conseguiva la qualifica professionale di Guida Escursionistica o Naturalistica (o diciture assimilabili). Nelle regioni non normate in materia la professione di GAE poteva essere svolta sul territorio regionale e non solo, anche se non si era qualificati, bastava aprire una partita iva, oppure operare con semplice ritenuta di acconto, e trovarsi ovviamente una assicurazione RC. Tutto questo è durato fino a quando, nei primi anni del 2000, la Corte Costituzionale ha iniziato a inibire, attraverso una serie di sentenze, tutte le regioni che tentavano di aggiornare la propria legge, o legiferare ex novo, sulla materia del turismo e delle professioni turistiche, materia che secondo la legge quadro nazionale è di competenza esclusiva dello stato, rallentando e, in alcuni casi, facendo sparire la possibilità di fare corsi e concorsi regionali per diventare GAE e non solo.
Nel 2013 con l’avvento della legge n.4 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate in Ordini o Collegi” (Legge 4/2013) lo scenario cambia drasticamente. Una delle poche associazioni di categoria di GAE esistenti in quel periodo si iscrisse subito all’elenco ricognitivo del MISE (ex Ministero dello Sviluppo Economico) portando in poco tempo l’intera categoria a essere riconosciuta, di fatto, come operante ai sensi della Legge 4/2013 che disciplina tutte le figure professionali senza albo o collegio mettendo così in ombra le vecchie leggi in materia di GAE ancora vigenti in diverse regioni. Ma se la leggiamo bene si capisce che la Legge 4/2013 non è stata scritta per i professionisti, è una legge creata per le associazioni di categoria che, purtroppo, è stata abilmente interpretata e adattata per farla apparire come una legge dedicata ai professionisti senza albo. Nel tempo la legge 4/2013, le leggi regionali, che a macchia di leopardo erano e sono ancora presenti lungo la penisola, insieme a una serie di sentenze a seguito di ricorsi e denunce tra professionisti, hanno creato un grande caos normativo e reso molto fumosa la strada a chi oggi vuole avere accesso alla professione e a una regolare qualifica professionale abilitante alla professione di GAE. Resta il fatto che da oltre 20 anni si attende una legge nazionale dedicata alle Guide Ambientali Escursionistiche che metta fine a tutta questa grande confusione.
LE STRADE PRINCIPALI PER SVOLGERE OGGI LA PROFESSIONE DI GAE (Guida Ambientale Escursionistica)
Premessa importante : In Italia per legge le abilitazioni professionali possono essere emesse solo da enti e agenzie di formazione regolarmente accreditate, dalle università, le scuole, gli ordini e i collegi.
Al momento le strade principali per intraprendere la professione di GAE sono 4:
1) Frequentare un corso per GAE presso un ente (Regione o altro) o un’agenzia formativa regolarmente accreditata a un ente regionale, e conseguire la qualifica professionale abilitante (il famigerato Patentino) con titolo riconosciuto ai sensi delle normative UE valido a livello internazionale. Il corso generalmente dura 600 ore ma in alcuni casi può durare anche meno. Dopo la pandemia molte agenzie formative erogano una buona parte del corso anche in modalità FAD. Con la qualifica abilitante ottenuta si può successivamente iscriversi a una associazione di categoria per ottenere un profilo assicurativo e una tutela sindacale.
2) Partecipare a un corso di preparazione all’esame per l’iscrizione a un’associazione di categoria che rappresenta le GAE e che è regolarmente iscritta ai sensi della legge 4/2013 all’elenco ricognitivo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Ex MISE). Dopo aver frequentato il corso si sostiene un esame per diventare soci dell’associazione e operare come professionisti, avendo a disposizione anche un profilo assicurativo. L’associazione di categoria non può rilasciare nessuna abilitazione e nessuna qualifica ne tanto meno regolare l’accesso alla professione.
3) Prepararsi in forma autonoma e dare direttamente l’esame per l’iscrizione a un’associazione di categoria che rappresenta le GAE e che è regolarmente iscritta ai sensi della legge 4/2013 al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Ex MISE). Dopo averlo superato si è ammessi all’associazione di categoria e iscritti come professionisti ma, come già scritto sopra, non si ottiene nessuna qualifica e nessun titolo abilitante alla professione.
4) Se si è residenti in una regione dove non c’è nessuna vecchia normativa regionale sulle GAE aprendo la partita iva si può operare da professionisti. Quest’ultima possibilità è però una sorta di escamotage che porta molte persone a improvvisarsi come professionisti ai sensi della L.4/2013, una pratica un po rischiosa soprattutto se non si hanno le giuste competenze sull’accompagnamento professionale, diventa poi complicato trovare un profilo assicurativo e una associazione di categoria disposta ad associare un accompagnatore non qualificato che si è anche improvvisato come tale e per questi motivi è anche difficile lavorare e trovare clienti.
LE CONCLUSIONI E IL MIO CONSIGLIO
Ho descritto sopra le principali vie di accesso alla professione di GAE, se si vuole intraprendere seriamente questa professione e farla come unico lavoro, il mio personale consiglio è quello di qualificarsi professionalmente con un corso erogato da una agenzia di formazione accreditata alla regione (600 ore) e di ottenere il patentino abilitante ai sensi delle normative nazionali ed europee e successivamente aprire una Partita Iva (Per i primi anni di attività si gode di un regime fiscale molto agevolato e semplificato).
Le associazioni di categoria operano in maniera perfettamente legale, erogando corsi di formazione ed esami secondo la legge 4/2013, alcune lo organizzano anche di ottima qualità, ma come già scritto sopra, al termine del corso, o dell’esame, non si ottiene nessun tipo di abilitazione o qualifica ma solo l’iscrizione all’associazione stessa quindi si opererà sul mercato sostanzialmente come guide e/o accompagnatori non qualificati. Il rischio è che se un giorno dovesse arrivare una legge nazionale sulla professione di GAE chi svolge la professione senza nessun titolo qualificante, idoneo e riconosciuto, potrebbe avere non pochi problemi per continuare a lavorare, ma questo si vedrà…
Non parliamo poi di chi opera professionalmente come GAE utilizzando il sistema delle false associazioni (Aps, Asd, culturali ecc.), che purtroppo negli ultimi anni è cresciuto in modo esponenziale, questo sistema è illegale perchè si eludono gli obblighi fiscali e previdenziali che ogni professionista deve ottemperare per legge. Inoltre ci sono molte associazioni e federazioni che erogano corsi da guida spacciandoli per “riconosciuti e abilitanti”, e qui ci sarebbe da parlarne per giorni, ma adesso non è il momento.
Quando scegliete di frequentare un corso per GAE evitate di iscrivervi a corsi svolti totalmente on-line, se volete sapere il perchè è scritto in questo altro articolo.
Ferdinando Ramondo
Guida Ambientale Escursionistica
Abilitato dalla Regione Umbria al n.135